Torno a casa in trasferta.

Torno a casa in trasferta.10 minuti di lettura

Saranno almeno un paio di settimane che attendo con ansia la partita dell’Alma in quel di Chieti. Da quasi un anno la vita e le opportunità lavorative mi hanno portato nella provincia nero-verde abruzzese e sapere che il Fano avrebbe giocato nello stadio affianco a quella camera di albergo che da qualche tempo chiamo “casa” mi ha subito elettrizzato.

Non appena uscito il calendario del girone F ho cerchiato in rosso la data del 10 ottobre, giorno in cui avrei dovuto organizzarmi per essere presente anche di domenica qui a Chieti, dove la mia vita viene spezzata dal lunedì al venerdì con la tipica settimana corta, quella del fuori sede, del lavoratore lontano da casa e dai propri affetti. Invece oggi, 10 ottobre appunto, sapevo che non avrei vissuto questa città come il luogo in cui mi reco a lavorare ogni santo lunedì che il Signore ci regala, ma che sarebbe stata La trasferta più comoda che avessi mai potuto immaginare.

Per farvi capire la comodità di questa trasferta voglio mostrarvi nella foto sottostante l’affaccio che ho dalla mia finestra di “casa”, da dove posso vedere parte della curva ospiti e quasi tutta la gradinata locale.

La vista dalla mia stanza.

La vista dalla mia stanza.

Ma facciamo un passo indietro, partiamo dall’inizio, anzi, dal punto zero.

Domenica mattina, Fano, ore: 11:16. Mi alzo in netto ritardo. Avendo ormai un ritmo dettato dalla settimana lavorativa accade molto difficilmente che riesca a svegliarmi più tardi delle 8, quindi non fisso la sveglia e mi addormento convinto che il mio ritmo circadiano mi sveglierà in tempo per potermi organizzare e partire in tutta calma. Ovviamente così non è e come non accade da tempo immemore riesco a dormire fino a tardi.

Il tempo per organizzarmi è pochissimo: Esco con il mio cane Rudi (tifoso granata appena ha messo piede in casa come già saprà chi ci segue anche su Instagram) e con la nostra solita passeggiata domenicale arriviamo fino al bar vicino casa per mangiare la “Pizzetta rossa del Longo” (tipica pizzetta rossa che ha cresciuto praticamente ogni fanese nel corso degli intervalli scolastici degli ultimi 40 anni).

Nemmeno il tempo di mangiare e prendersi un caffè che arriva la chiamata del mio collega: “Federì, pronto per prendere qualche mela da portare a casa? stai giù o sei ancora a Fano?” – Rispondo che sono in netto ritardo, con la bocca ancora sporca di pomodoro, a ingoiare un caffè bollente a più di 200km da dove si giocherà la partita, ma ci tengo a rassicurare il mio collega e amico: “Tranquillo Se’, avrò fatto la strada per scendere almeno 100 volte quest’anno, dammi meno di 2 ore e sono al botteghino a ritirare il biglietto” – “ora però fammi andare a casa che devo ancora preparare il cambio della settimana e fare il pieno”. Ci salutiamo, pago il conto e corro a casa, dove nel frattempo la mia compagna di vita nonché indispensabile amica mi ha già preparato un paio di magliette da infilare in valigia e partire.


Ore 12:55: Imbocco la A14 direzione sud; sono relativamente tranquillo, so bene che senza traffico e viaggiando a velocità di crociera sarò al casello di Chieti-Pescara Ovest in meno di 2 ore. Posso farcela, senza nemmeno correre troppo.

L'imbocco dell'autostrada direzione Sud.

L’imbocco dell’autostrada direzione Sud.

Per fortuna il viaggio verso sud procede tranquillo. E’ domenica, conosco la strada a memoria, non c’è traffico e gli ingorghi dovuti alle decine di lavori lungo l’autostrada non generano code interminabili come accade durante i giorni feriali.

A14, uscita Chieti-Pescara Ovest, ore 14:35: Arrivo all’uscita dell’autostrada di Chieti rispettando ogni previsione più rosea, devo solo fare un salto a “casa” dove ho la sciarpa dell’Alma e raggiungere il settore ospiti, a meno di imprevisti clamorosi riuscirò a rispettare il tabellino di marcia.

Chieti, Stadio “Angelini”, ore 14:55: Arrivo al parcheggio dello stadio in tempo per trovare l’entrata del settore ospiti e acquistare il biglietto prenotato un paio di giorni prima via e-mail. All’ingresso non c’è praticamente nessuno, intravedo alcuni bandieroni Granata e pochi volti conosciuti che vedo spesso in curva: Bene, qualcuno da Fano c’è, le previsioni che mettevano pioggia non hanno spaventato la tifoseria Granata e un sussulto di orgoglio mi accompagna fino all’entrata del settore.

Appena arrivato ai cancelli del settore trovo gli steward locali che accompagnati dalle Forze dell’Ordine gestiscono gli ingressi, controllano il GreenPass e vendono il tagliando prenotato: Nessun problema, devo solo espletare le solite ritualità doverose all’ingresso in uno stadio, controllo dei documenti, perquisizione sommaria e richiesta di lasciare l’ombrello con la punta in ferro lì all’entrata, con il patto però che se il meteo si fosse messo di traverso me lo avrebbero reso onde evitare di bagnarmi fino alle mutande (trasferta di Forlì del marzo 2017 docet).

Chieti, Stadio “Angelini”, Settore Ospiti, 14:59. In perfetto orario mi accingo a salire i gradoni che mi accompagnano al settore ospite dello stadio Chietino. Subito riconosco il collettivo dei “Panthers Fano 1977”, posizionati centralmente rispetto al settore e che in un buon numero (circa 20 o poco più) sono giunti in trasferta. Mi accomodo vicino a loro e subito mi chiedono se mi fossi fatto la trasferta in solitaria, ovviamente gli spiego che sono praticamente di casa e che non avrei potuto farmi sfuggire l’occasione di vedere l’Alma fuori casa in questa trasferta abruzzese.

A differenza delle partite di casa, dove prendo una posizione neutrale agli schieramenti delle curve posizionandomi in “territori di nessuno” della curva, in questa occasione preferisco accompagnarmi al gruppo storico fanese e passare il tempo che precede il fischio di inizio a fare due chiacchiere con loro. Nel mentre mi accorgo della seconda fazione granata presente in curva, posizionata una trentina di metri più in là, senza bandiere e praticamente senza colori granata distinguibili; sono il secondo gruppo Ultras fanese: gli “Ultras Fano”, che in poco meno di una decina hanno anche loro raggiunto l’Angelini di Chieti.

Inizio partita. Poco dopo le 15, in leggero ritardo rispetto agli altri campi, inizia il match tra Chieti e Alma. Non sapevo bene cosa aspettarmi, fino a oggi il Fano ha collezionato una vittoria, un pareggio e una sconfitta, e non avendo mai visto nemmeno gli highlights delle partite prima di oggi non avevo idea di quale fosse il livello di gioco che avrei potuto o dovuto aspettarmi. Ammetto di non conoscere a pieno la rosa, molti nomi mi risultano ancora totalmente estranei e probabilmente per questo le mie aspettative sulla partita non erano troppo elevate, ad esclusione della speranza di veder giocare un discreto calcio e soprattutto terminare onorevolmente una partita che se finita a nostro sfavore avrebbe per me rappresentato una settimana di pesanti sfottò in ufficio.

Nella prima ripresa giochiamo bene, il Fano è padrone del campo e si esprime con più libertà rispetto la formazione casalinga. Che poi, diciamoci la verità, in serie D il calcio giocato non è che sia estremamente emozionante, ma riuscire a vedere dei giri palla sensati, sovrapposizioni che vengono premiate e azioni di attacco che si concludono in porta è già tanta roba; ed è per questo che mi sento di premiare gli sforzi dei ragazzi fanesi, capaci di sfondare più di una volta la retroguardia nero-verde e di arrivare in area di rigore anche con una certa facilità. Sforzi poi premiati dalla rete arrivata all’ultimo minuto del primo tempo, trovata grazie ad un’azione corale che Tortora conclude con un bellissimo gesto acrobatico in rovesciata a pochi centimetri dalla porta avversaria.

Fine primo tempo: A questo punto della partita, con il Fano in vantaggio, un meteo clemente e un clima piacevolmente goliardico tra i ragazzi della curva, sarebbe stata la ciliegina sulla torta l’apertura di un qualche bar improvvisato per noi del settore ospiti (a Chieti gli ospiti sono totalmente lasciati senza servizi di ogni genere al di fuori delle toilette), che con la gola provata dai cori della prima frazione di gara bramavamo almeno un paio di birre, capaci di accontentarci anche di qualche lattine di lasciata in qualche sottoscala dello stadio, ma purtroppo così non sarà e io, come il resto dei ragazzi del gruppo “Panthers”, dovrò accontentarmi di gustare un’ottima torta al cioccolato offerta da uno dei ragazzi del collettivo, manco fossimo alla merenda del primo maggio.

Secondo tempo: quindi con la gola secca e la bocca impastata dalla crostata al cioccolato inizia il secondo tempo. Frazione di gara nella quale emergono tutti i limiti del direttore di gara, completamente incapace di fischiare contro i padroni di casa e che cede il passo alle angherie nero-verdi in ogni settore del campo.

A pochi minuti dall’inizio del secondo tempo arriva il pareggio del Chieti e come se non bastasse di lì a poco rimaniamo in dieci per un fallo da ultimo uomo che poteva meritare solo il cartellino del colore peggiore. Fatto sta che l’Alma cerca di riorganizzarsi mentre i padroni di casa, forti della superiorità numerica, spingono nel forcing d’attacco contro i Granata che però reggono il colpo e anche se con qualche difficoltà portano il match fino al novantaseiesimo, quando finalmente l’arbitro deciderà di terminare la gara.

Fine gara: Come accade a ogni fine gara, il collettivo dei “Panthers Fano” – che hanno rappresentato il “rumore” proveniente dalla curva fanese per il 99,9% di oggi, a fronte del secondo gruppo presente praticamente muto per novanta minuti – chiamano i giocatori sotto la curva per il saluto tra tifosi e squadra, dedicandogli qualche coro di ringraziamento e incoraggiamento. La partita non è stata particolarmente entusiasmante, almeno per noi fanesi, influenzata sicuramente dalla superiorità numerica degli avversari e dalle gambe forse pesanti per via del recupero infrasettimanale, ma in tutta onestà posso esprimermi favorevolmente per quanto visto in campo e per il gioco espresso. Allo stesso tempo, per quanto visto oggi, non credo che potremo puntare a vincere il campionato, non credo nemmeno che potremo ambire a posizioni che ci permetteranno di sperare in una promozione tra i Pro, ma detto ciò, personalmente, preferisco molto di più ragazzi inesperti che provano a fare la partita rispetto a giocatori più navigati che fino a oggi ci hanno regalato solo tribolazioni e retrocessioni (magari annullate dai ripescaggi).

Quindi forza Alma, come sempre e indipendentemente da tutto e tutti, perché il Fano siamo noi tifosi, quelli che si fanno 200 km in Serie D,  quelli che non mollano mai e che rappresentano il tessuto sociale della storia granata in riva all’Adriatico. Ai presidenti e ai giocatori lasciate il loro tempo; la storia si scrive su altre pagine, quelle sporche di polvere dei gradoni delle curve di tutta Italia.

#avantialma #sempre

 

Fb