Un bagno all'Adriatico

Una trasferta in casa del Pescara

Un bagno all’Adriatico10 minuti di lettura

Conclusa la regular season arriva finalmente il momento dei play-off in quel di Pescara e per me, sempre lontano dall’Abruzzo durante tutte le partite casalinghe della formazione bianco-azzurra, non poteva esserci occasione migliore per poter mettere finalmente piede all’Adriatico, grazie anche ai pesanti turni infrasettimanali che il forsennato ritmo degli spareggi impone alle squadre coinvolte, praticamente con una partita ogni tre giorni e che mi permettono di essere qui in occasione di un match casalingo.

I ragazzi di Zeman, dopo aver concluso il campionato in terza posizione, pescano il Virtus Verona nel primo turno a scontro diretto e con un pizzico di scaramanzia, dovuta per lo più al risultato di pareggio della partita di andata, nella provincia abruzzese si respira ottimismo, in piena coscienza di possedere una rosa di gran lunga migliore rispetto alla compagine veneta.

La vita professionale da più di due anni mi ha portato a vivere in zone limitrofi a Pescara. Prima la residenza a Chieti e ora quella a Francavilla al Mare hanno in qualche modo segnato la mia strada d’avvicinamento verso una delle principali città della regione. Sia chiaro che, con accezione estremamente positiva, Pescara e i pescaresi sono una razza a parte e come per noi fanesi la vita sulle rive dell’adriatico, all’ombra di un porto e l’aria di mare, segnano un tratto indelebile nel profilo psicosociale degli abitanti del posto, estremamente calorosi, amichevoli e vitali.

In ufficio, con colleghi che condividono la passione per il tifo, per le curve e per gli stadi in generale, si è parlato spesso della possibilità di potermi far “accedere” alla loro realtà e grazie a Lorenzo, caro collega del mio reparto, mi organizzo per poter acquistare un biglietto per la partita di ritorno del primo turno. E’ deciso, vado a vedermi Pescara – Virtus Verona.

Il circoletto prima dell'inizio del match.

Il circoletto Già Sai prima dell’inizio del match.

Partiamo però dall’inizio, dall’avvicinamento alla sfida e a tutto ciò che gli è ruotato intorno perché ha molta più importanza della prestazione, della partita e del risultato in sé, che per quanto positive per il Pescara, come si potrà capire poi, passeranno in secondo piano.

Ci troviamo quindi a lunedì mattina 22 maggio 2023 e mi organizzo per capire dove e come trovare il tagliando per accedere allo stadio. Grazie a un paio di ricerche su internet noto che, come poteva essere prevedibile, i biglietti sono in vendita on-line e presso le ricevitorie fisiche del circuito Vivaticket.

 

Alle 18 in punto lascio l’ufficio, entro in macchina e percorro quei pochi chilometri che dividono il mio luogo di lavoro dal centro città di Pescara. Si noti che l’Adriatico, come ogni stadio caloroso e storico di città calde come Pescara, si trova a pochissimi metri dal centro rimanendo comunque di facile accesso, creando intorno a sé un’atmosfera di casa.

Mentre arrivo a Pescara chiamo il mio collega, ovviamente già si trova al punto di ritrovo della sezione ultras di appartenenza: il circoletto Già Sai di Pescara e come è naturale che sia sta iniziando a scaldare i motori per la partita che comincerà di lì a breve.

Foto di gruppo al Già Sai prima della partita.

Foto di gruppo al Già Sai prima della partita.

Ancora in camicia, senza tempo per poter ripassare a casa, con l’ascella pezzata e con addosso la fatica della giornata lavorativa, mi avvio verso la biglietteria dello stadio. Mentre sono in coda, a meno di due ore dal fischio di inizio, comincia a circolare la voce che la curva Nord è Sold Out e non è più possibile acquistare biglietti per il settore. Sono fortunato, io insieme a un paio di altri colleghi riusciamo ad accaparrarci gli ultimi accessi disponibili e pieni di spirito ci avviamo verso il circolo di riferimento dove ci sta aspettando Lorenzo, curiosi di conoscere i ragazzi della fazione e incontrare il collega che con una brocca di birra in mano ci starà sicuramente aspettando a braccia aperte.

Arrivato al Già Sai trovo ciò che mi aspettavo e auguravo di trovare; una situazione per me estremamente familiare, con un sacco di persone a dividersi bicchieri di vino e birra, tutti vestiti di bianco e azzurro, a raccontarsi a vicenda le partite e le trasferte più significative della loro “carriera” da tifoso.

 


Volendo fare un po’ di chiarezza per chi non conosce la tifoseria pescarese basti sapere che il gruppo principale è rappresentato dai Rangers, o meglio, gli Ultras di Pescara Sono i Rangers, la cui pezza lunga campeggia ostinatamente da 47 anni al centro della Nord. Gruppo Ultras intorno al quale ruotano tutte le diverse sezioni del tifo bianco-azzurro, con gruppi più o meno numerosi, senza nessuna frizione di sorta che abbia mai fatto pensare a scissioni o divisioni interne. Per intenderci, nessun cane sciolto, tutti coi Rangers uniti e compatti.

 

Una delle tante brocche di aperitivo al Circoletto.

Una delle tante brocche di aperitivo al Circoletto.

Tra le 18:30 e le 20 un tripudio di birre, vino e arrosticini pervade la sezione e ho l’occasione di conoscere numerosi amici di Lorenzo, estremamente orgoglioso di presentarmi calorosamente tutti i suoi compagni di avventura. Si parla di un po’ di tutto e la mia presenza non infastidisce nessuno di loro, anzi, ci tengono a presentarsi e a rendermi partecipe delle loro abitudini, a farmi vivere il pregara come se fossi uno di loro da sempre, tutte persone estremamente alla mano, uomini e donne che si ritrovano sotto i colori bianco-azzurri a formare una seconda famiglia, capaci di dimostrare che quando la famiglia si allarga è solo meglio e mai un problema.

Quindi una mezzora prima del fischio di inizio, previsto per le 20:30, partiamo dal circolo e ci avviamo verso lo stadio. Per colpa dell’emozione, o più probabilmente delle birre in corpo (il cui numero preciso in questo momento mi sfugge) sono entusiasta di trovarmi lì con loro, sicuro di stare per vivere un’esperienza che già assaporavo da tempo e che sapevo avrebbe potuto essere fantastica.

 

La scalinata che porta all'accesso del settore basso della Nord.

La scalinata che porta all’accesso del settore basso della Nord.

Accediamo alla curva subito dopo aver passato i controlli ai tornelli e saliamo verso i gradoni della Nord mentre l’Adriatico mi si presenta per la prima volta in tutto il suo splendore, con un manto erboso degno dei grandi palcoscenici calcistici e un calore dei tifosi invidiabile per molte realtà italiane.

La sezione Già Sai, con la quale passerò tutto il tempo della partita, si posiziona nel primo settore basso della curva, proprio sotto allo striscione dei Rangers, a pochi metri dalla balaustra centrale da dove vengono lanciati tutti i cori degli ultras di casa.

Già prima dell’inizio del match i cori riecheggiano vigorosamente e l’atmosfera si fa estremamente calda. Al contrario di tante altre tifoserie, quella pescarese preferisce cori lunghi e cantati a quelli secchi, e per questo tutto l’ambiente, più che una normale curva, si trasforma in un vero e proprio sambodromo.

 

Nessuno si stanca di cantare, saltare e ballare e, devo ammetterlo, la sezione che mi ha ospitato è probabilmente una delle più goliardiche, capace di continuare a ballare anche quando altri settori della curva diminuiscono di intensità e decibel.

Praticamente mi ritrovo in una vera e propria festa calcistica sotto il cielo di Pescara e grazie anche al clima estremamente gradevole, vengo traghettato in un fantastico viaggio calcistico marcato dai colori bianco e azzurro.

Qui sopra un breve video di uno dei cori più apprezzati della Nord

Il tamburo centrale della curva, martellante per novanta minuti, accompagna tutti i cori e anche quando si affievolisce per segnare il passaggio da un canto all’altro, i ragazzi della curva si trasformano in un’onda di energia capace di continuare a seguire il ritmo e cavalcare il flow del momento. Il calore che si respira è quasi sentimentale, le colline vicine a Pescara sono il preludio della meravigliosa orografica di questa zona d’Italia. il Gran Sasso e la Majella dominano incontrastate sullo sfondo disegnando uno skyline tra i più belli del nostro Bel Paese.

Nel mentre accadeva tutto ciò e io rimanevo piacevolmente sorpreso dalla bellezza di quel tifo la partita sul campo non lasciava nulla al caso. Gli uomini di Zeman, in maniera del tutto inaspettata vanno sorprendentemente sotto e al quindicesimo del primo tempo gli ospiti si trovano incredibilmente in vantaggio. Da lì in poi però il Pescara prende letteralmente a pallonate la formazione veneta, la cattiveria dei ragazzi allenati dal Boemo non lascia scampo alla piccola realtà del nord e nel giro di 50 minuti la situazione viene completamente ribaltata.

Gli ospiti saranno incapaci di riaprire la partita, e ogni manovra d’attacco della Virtus Verona viene puntualmente disinnescata dalla retroguardia pescarese. Il terzo e ultimo gol dei locali segnerà la chiusura della partita.

Curva Nord al termine della partita.

Curva Nord al termine della partita.

Poco prima delle 22:30 termina quindi la gara di ritorno del primo turno preliminare e i ragazzi della Nord possono continuare a sognare e sperare nella promozione, con all’orizzonte l’Entella attesa per il prossimo scontro diretto.

Usciamo dallo stadio e torniamo verso il circoletto da dove tutto era cominciato e come era lecito aspettarsi, i commenti post partita, pronunciati con un filo di voce rimasto, vengono accompagnati da una freschissima birra chiara.

Torno a casa sfinito ma estremamente felice. In un giorno come tanti, con i soliti problemi di ufficio come sempre, tutto è andato a finire in maniera completamente diversa dal solito. Ho avuto modo di conoscere una tifoseria che rende orgoglioso ogni pescarese. Un settore da 4000 persone capace di scaldare il cuore di chi è in grado di viverlo e accoglierlo.

Ringrazio quindi tutti i tifosi bianco-azzurri, chi mi ha accolto e chi nemmeno sapeva che fossi lì. Nello specifico abbraccio tutta la sezione Già Sai, ragazzi capaci di farmi sentire a casa là dove la casa non ce l’ho. A conferma di ciò che gli amici che ho incontrato qua già mi avevano insegnato, ovvero che Pescara, per quanto anch’essa non senza peccato, rimane una splendida realtà italiana, una città dove ci si può fermare a respirare e a vivere una vita piena, senza rimpianti e con la certezza che la parola “futuro” qui abbia veramente un significato e grande valore. Qui, dove il mare adriatico si affaccia alle montagne e il tempo ha il valore che merita, dove nulla è dato per scontato e la vita viene presa a morsi. Pescaresi, gente sanguigna e invidiabile, orgogliosi di vivere in una lingua di terra dove tutto è così familiare quanto fuori dal comune. Perché le emozioni, le persone e i sentimenti, qui, sono Vita che passa e che lascia il segno

Grazie di tutto,
ci rivediamo presto in curva Nord

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